Giuseppe Adamoli e Flavio Nossa alla serata del Circolo PD di Casorate
Molti i casoratesi intervenuti alla serata, organizzata dal locale Circolo del PD, sul tema “Crisi economica e Malpensa – L’economia reale e la situazione occupazionale nel nostro territorio”. E i partecipanti non sono rimasti delusi vista la competenza degli ospiti e gli interventi di alcuni partecipanti che hanno dato vita ad un dibattito vivace ed interessante.
La serata, come sempre ben moderata dal portavoce Alessandro De Felice, ha visto un primo intervento di Flavio Nossa (attualmente segretario Fillea Cgil Varese, già Segretario Generale Filt, Segretario Confederale della Cgil di Varese e responsabile dell'aeroporto di Malpensa, ndr), che, dopo una breve cronistoria degli avvenimenti che hanno interessato l’Aeroporto della brughiera negli ultimi anni, ha presentato una analisi puntuale e precisa sulla situazione occupazionale di Malpensa, disegnando uno scenario preoccupante e descrivendo questa crisi come “trasversale ai settori e per questo più delicata, poiché rende impossibile riqualificare la forza lavoro da un settore all’altro”. Sulle responsabilità Nossa non ha dubbi: “Questo Governo ed il precedente Governo Berlusconi, hanno affossato Malpensa, lasciando lo sviluppo del polo senza una guida Politica che salvaguardasse gli interessi dei lavoratori e del territorio. Fino ad arrivare alla vendita della parte buona di Alitalia da parte di CAI.” Nossa ha altresì ricordato come il Governo Prodi aveva stanziato nel decreto mille proroghe fondi ingenti per ammortizzatori sociali in deroga per le categorie atipiche (58 milioni nel 2008 e 40 milioni nel 2009) così come 40 milioni per le infrastrutture fondi di cui (questi ultimi) si sono perse le tracce. Preoccupanti infine le cifre sciorinate dall’esponente del Sindacato: Il Centro per L’impiego di Gallarate (a cui fa riferimento Malpensa) è passato dalle 207 richieste di avvio al lavoro di marzo alle 828 di aprile, ed il trend è continuato nei mesi successivi con la stessa incidenza. 20.000 i lavoratori interessati dalla Cassa Integrazione in provincia di Varese. Tra i 1.500 e i 1.700 i lavoratori atipici stimati che hanno perso il lavoro nell’ultimo anno. La crisi del settore Cargo (che CAI ha voluto eliminare) ha causato, oltre alla perdita di centinaia di posti di lavoro nel settore logistico, anche la crisi di tutto un settore indotto che vedeva la provincia di Varese come zona appetibile per la produzione e la commercializzazione di beni ad alto valore aggiunto. Venendo meno la forza di questo settore, si è compromessa questa peculiarità che faceva della provincia di Varese una delle più sviluppate nel campo dell’innovazione e della ricerca. E ancora: Malpensa è un aeroporto a forte vocazione charter. Se le compagnie aeree ed i tour operators dovessero subire oltremodo questa crisi, ciò aggraverebbe una situazione occupazionale già di per sé molto critica.
Giuseppe Adamoli ha naturalmente analizzato la faccenda da un punto di vista prettamente politico, identificando due cause fondamentali per la crisi dell’aeroporto: Una gestione maldestra e troppo politicizzata dell’Alitalia e una scelta, sbagliata, di voler fare di Malpensa un secondo Hub nazionale in concorrenza con Roma. “Neanche due grandi aeroporti come quelli di Madrid e Barcellona si configurano come due Hub ma non per questo sono meno importanti e fondamentali per il sistema di collegamenti europei ed internazionali. Se le scelte politiche avessero identificato in Malpensa la vera base di Alitalia, probabilmente sia la compagnia di bandiera sia l’aeroporto ne avrebbero beneficiato. Ma mancando un forte indirizzo politico, la compagnia si è posizionata dove era naturale che fosse, cioè a Roma.” Pur evidenziando con correttezza responsabilità politiche di entrambi gli schieramenti, il Consigliere Regionale non ha dubbi che “la liberalizzazione forzata e poco trasparente voluta da questo Governo a favore di (falsi) capitani coraggiosi, ha definitivamente compromesso una situazione già grave. Ci hanno guadagnato imprenditori legati al doppio filo con le istituzioni, ci ha guadagnato Air France che si è vista servire una enorme opportunità in un vassoio d’argento, quando solo pochi mesi prima avrebbe potuto garantire una contropartita più interessante e ci hanno perso soltanto gli italiani.” Altro argomento su cui Adamoli si è soffermato è quello legato al dualismo Malpensa – Linate. “Io non sono per la chiusura di Linate. Sia perché il mercato vuole quell’aeroporto, sia perché non possiamo rischiare che, passata la crisi, Malpensa regga tutto il peso dei trasporti aerei del nord Italia. Ma Linate non può essere sotto ricatto di CAI. Il monopolio sulla tratta Milano-Roma è intollerabile ancorché in mano ad una compagnia privata.” Sulle infrastrutture il Consigliere è altresì molto chiaro: “Non è possibile che Malpensa non abbia un collegamento con la rete FS. Impensabile che non esista un collegamento rapido con Linate. Se volgiamo rilanciare Malpensa occorre pensare questi aspetti. Ma vanno fissati dei limiti allo sviluppo. La Regione Lombardia deve presentare finalmente la propria VAS e pretenderne il rispetto delle linee in essa dettate. Da qui poi partire per un nuovo Master Plan. Sfruttiamo il momento di crisi per fissare i limiti. Dopo potrebbe essere troppo tardi”. Inevitabile un accenno su Expo. “Anche se le cifre dichiarate dal sindaco Moratti sembrano francamente eccessive, è fuori di dubbio che Expo rappresenterà una grande opportunità economica ed occupazionale per tutta la Lombardia e per questa provincia in particolare. Peccato che, trascorso un anno, ancora si litighi per stabilire le linee di manovra. Una paralisi grave con una sola paternità: il Centrodestra e la Lega che maramaldeggia in campagna elettorale per poi dire sempre di sì quando si tratta di compiacere il Cavaliere!”
Il dibattito è stato quindi animato da Beppe Balzarini, Presidente dell’Unione dei Comitati di Malpensa per la tutela dell’ambiente e della salute, che ha messo in discussione il ruolo di “motore di sviluppo” di Malpensa, adducendo la crisi solo ad una aspettativa eccessiva sui reali benefici che l’aeroporto, così come si è andato sviluppando, avrebbe dovuto portare al territorio. Balzarini ha ribadito che il peso dei collegamenti aerei dovrebbe essere distribuito su tutti gli aeroporti della fascia del nord Italia per poter meglio servire le popolazioni residenti. Flavio Nossa ha ribattuto portando un esempio inquietante: “La fine del Cargo ha prodotto un movimento di TIR annuo pari ad una fila di autoarticolati lunga dal Brennero a Palermo!”
Accorato invece il contributo di Mario Chiaravalle (SPI CGIL di Casorate) che ha portato la testimonianza diretta delle difficoltà dei pensionati davanti ad una crisi del genere, sottolineando l’inefficacia di alcuni interventi (molto pubblicizzati dai media) come la social card o il bonus famiglie.
Albino Ferri ha dato quindi la possibilità a Giuseppe Adamoli di parlare dello Statuto della Regione Lombardia (della cui commissione è stato presidente) e della legge su recupero urbanistico che del Consigliere portò la firma.
Adamoli ha spiegato che lo Statuto è entrato in vigore a Settembre e mira a conferire alla Regione maggiori prerogative in termini di federalismo ed autonomia. La legge “Adamoli” ha invece esaurito la propria funzione tesa al restauro di edifici fatiscenti per recuperare cubature, cosa ben diversa da quello che sembrerebbe essere il “Piano Casa” in via di concepimento da parte di questo Governo.
Infine l’intervento di Claudio Vedovato che, pur riconoscendo ai due oratori la paternità di azioni ed iniziative importanti, ha rimproverato a politica e sindacato un’azione ancora troppo poco incisiva nell’affrontare i problemi di cui tanto si discute oggi.
Esaurito il dibattito De Felice ha ringraziato ospiti e pubblico intervenuto dando appuntamento a tutte le prossime iniziative del Circolo di Casorate.
Molti i casoratesi intervenuti alla serata, organizzata dal locale Circolo del PD, sul tema “Crisi economica e Malpensa – L’economia reale e la situazione occupazionale nel nostro territorio”. E i partecipanti non sono rimasti delusi vista la competenza degli ospiti e gli interventi di alcuni partecipanti che hanno dato vita ad un dibattito vivace ed interessante.
La serata, come sempre ben moderata dal portavoce Alessandro De Felice, ha visto un primo intervento di Flavio Nossa (attualmente segretario Fillea Cgil Varese, già Segretario Generale Filt, Segretario Confederale della Cgil di Varese e responsabile dell'aeroporto di Malpensa, ndr), che, dopo una breve cronistoria degli avvenimenti che hanno interessato l’Aeroporto della brughiera negli ultimi anni, ha presentato una analisi puntuale e precisa sulla situazione occupazionale di Malpensa, disegnando uno scenario preoccupante e descrivendo questa crisi come “trasversale ai settori e per questo più delicata, poiché rende impossibile riqualificare la forza lavoro da un settore all’altro”. Sulle responsabilità Nossa non ha dubbi: “Questo Governo ed il precedente Governo Berlusconi, hanno affossato Malpensa, lasciando lo sviluppo del polo senza una guida Politica che salvaguardasse gli interessi dei lavoratori e del territorio. Fino ad arrivare alla vendita della parte buona di Alitalia da parte di CAI.” Nossa ha altresì ricordato come il Governo Prodi aveva stanziato nel decreto mille proroghe fondi ingenti per ammortizzatori sociali in deroga per le categorie atipiche (58 milioni nel 2008 e 40 milioni nel 2009) così come 40 milioni per le infrastrutture fondi di cui (questi ultimi) si sono perse le tracce. Preoccupanti infine le cifre sciorinate dall’esponente del Sindacato: Il Centro per L’impiego di Gallarate (a cui fa riferimento Malpensa) è passato dalle 207 richieste di avvio al lavoro di marzo alle 828 di aprile, ed il trend è continuato nei mesi successivi con la stessa incidenza. 20.000 i lavoratori interessati dalla Cassa Integrazione in provincia di Varese. Tra i 1.500 e i 1.700 i lavoratori atipici stimati che hanno perso il lavoro nell’ultimo anno. La crisi del settore Cargo (che CAI ha voluto eliminare) ha causato, oltre alla perdita di centinaia di posti di lavoro nel settore logistico, anche la crisi di tutto un settore indotto che vedeva la provincia di Varese come zona appetibile per la produzione e la commercializzazione di beni ad alto valore aggiunto. Venendo meno la forza di questo settore, si è compromessa questa peculiarità che faceva della provincia di Varese una delle più sviluppate nel campo dell’innovazione e della ricerca. E ancora: Malpensa è un aeroporto a forte vocazione charter. Se le compagnie aeree ed i tour operators dovessero subire oltremodo questa crisi, ciò aggraverebbe una situazione occupazionale già di per sé molto critica.
Giuseppe Adamoli ha naturalmente analizzato la faccenda da un punto di vista prettamente politico, identificando due cause fondamentali per la crisi dell’aeroporto: Una gestione maldestra e troppo politicizzata dell’Alitalia e una scelta, sbagliata, di voler fare di Malpensa un secondo Hub nazionale in concorrenza con Roma. “Neanche due grandi aeroporti come quelli di Madrid e Barcellona si configurano come due Hub ma non per questo sono meno importanti e fondamentali per il sistema di collegamenti europei ed internazionali. Se le scelte politiche avessero identificato in Malpensa la vera base di Alitalia, probabilmente sia la compagnia di bandiera sia l’aeroporto ne avrebbero beneficiato. Ma mancando un forte indirizzo politico, la compagnia si è posizionata dove era naturale che fosse, cioè a Roma.” Pur evidenziando con correttezza responsabilità politiche di entrambi gli schieramenti, il Consigliere Regionale non ha dubbi che “la liberalizzazione forzata e poco trasparente voluta da questo Governo a favore di (falsi) capitani coraggiosi, ha definitivamente compromesso una situazione già grave. Ci hanno guadagnato imprenditori legati al doppio filo con le istituzioni, ci ha guadagnato Air France che si è vista servire una enorme opportunità in un vassoio d’argento, quando solo pochi mesi prima avrebbe potuto garantire una contropartita più interessante e ci hanno perso soltanto gli italiani.” Altro argomento su cui Adamoli si è soffermato è quello legato al dualismo Malpensa – Linate. “Io non sono per la chiusura di Linate. Sia perché il mercato vuole quell’aeroporto, sia perché non possiamo rischiare che, passata la crisi, Malpensa regga tutto il peso dei trasporti aerei del nord Italia. Ma Linate non può essere sotto ricatto di CAI. Il monopolio sulla tratta Milano-Roma è intollerabile ancorché in mano ad una compagnia privata.” Sulle infrastrutture il Consigliere è altresì molto chiaro: “Non è possibile che Malpensa non abbia un collegamento con la rete FS. Impensabile che non esista un collegamento rapido con Linate. Se volgiamo rilanciare Malpensa occorre pensare questi aspetti. Ma vanno fissati dei limiti allo sviluppo. La Regione Lombardia deve presentare finalmente la propria VAS e pretenderne il rispetto delle linee in essa dettate. Da qui poi partire per un nuovo Master Plan. Sfruttiamo il momento di crisi per fissare i limiti. Dopo potrebbe essere troppo tardi”. Inevitabile un accenno su Expo. “Anche se le cifre dichiarate dal sindaco Moratti sembrano francamente eccessive, è fuori di dubbio che Expo rappresenterà una grande opportunità economica ed occupazionale per tutta la Lombardia e per questa provincia in particolare. Peccato che, trascorso un anno, ancora si litighi per stabilire le linee di manovra. Una paralisi grave con una sola paternità: il Centrodestra e la Lega che maramaldeggia in campagna elettorale per poi dire sempre di sì quando si tratta di compiacere il Cavaliere!”
Il dibattito è stato quindi animato da Beppe Balzarini, Presidente dell’Unione dei Comitati di Malpensa per la tutela dell’ambiente e della salute, che ha messo in discussione il ruolo di “motore di sviluppo” di Malpensa, adducendo la crisi solo ad una aspettativa eccessiva sui reali benefici che l’aeroporto, così come si è andato sviluppando, avrebbe dovuto portare al territorio. Balzarini ha ribadito che il peso dei collegamenti aerei dovrebbe essere distribuito su tutti gli aeroporti della fascia del nord Italia per poter meglio servire le popolazioni residenti. Flavio Nossa ha ribattuto portando un esempio inquietante: “La fine del Cargo ha prodotto un movimento di TIR annuo pari ad una fila di autoarticolati lunga dal Brennero a Palermo!”
Accorato invece il contributo di Mario Chiaravalle (SPI CGIL di Casorate) che ha portato la testimonianza diretta delle difficoltà dei pensionati davanti ad una crisi del genere, sottolineando l’inefficacia di alcuni interventi (molto pubblicizzati dai media) come la social card o il bonus famiglie.
Albino Ferri ha dato quindi la possibilità a Giuseppe Adamoli di parlare dello Statuto della Regione Lombardia (della cui commissione è stato presidente) e della legge su recupero urbanistico che del Consigliere portò la firma.
Adamoli ha spiegato che lo Statuto è entrato in vigore a Settembre e mira a conferire alla Regione maggiori prerogative in termini di federalismo ed autonomia. La legge “Adamoli” ha invece esaurito la propria funzione tesa al restauro di edifici fatiscenti per recuperare cubature, cosa ben diversa da quello che sembrerebbe essere il “Piano Casa” in via di concepimento da parte di questo Governo.
Infine l’intervento di Claudio Vedovato che, pur riconoscendo ai due oratori la paternità di azioni ed iniziative importanti, ha rimproverato a politica e sindacato un’azione ancora troppo poco incisiva nell’affrontare i problemi di cui tanto si discute oggi.
Esaurito il dibattito De Felice ha ringraziato ospiti e pubblico intervenuto dando appuntamento a tutte le prossime iniziative del Circolo di Casorate.